Letture
a cura di Luigia Sorrentino
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dalla Prefazione di Francesca Serragnoli
«il cielo neanche l’acqua/ dei santi lo lava via, è un verso della prima poesia che dà il benvenuto a chi legge e lo trattiene. Poi il ritmo incalza e i segni minimi, di cui è composto, diventano come indizi, orme nella neve della memoria, una luce nel pensiero (così anche, mi pare di ricordare, Ungaretti metteva a fuoco la poesia del Petrarca). […] È una poesia di viaggio, misteriosa, difficile d’afferrare nella sua strana metamorfosi, questo filo di seta che cuce versi e paesi lontanissimi, citati solo nel loro essere porto dello sguardo. Non dico che la poesia deve avere lo scrupolo di farsi capire (scrupolo che non condivido), dico una cosa più banale: che la scrittura è sempre serva, seconda, che viene dopo e che non può isolarsi, deviare, non ricordare quel bagliore che l’ha chiamata ad essere.» Continua a leggere