IL PORTO
Respira il porto mentre tutto cambia;
porta in grembo il cambiamento fermo,
l’evoluzione verso l’imprevisto da fermento,
il calore estivo. E non produce suono alcuno
se non un ruminare stanco, questo che sento
ovunque, nell’aria ondulata intorno
a volumi in cemento e metallo.
Sussurra, il porto, impressioni di seconda mano;
cieco, riflette solo il sentimento
di chi è andato e ha visto.
Rovente, sa d’altrui lamento di calore;
secco, puzza di sete a prima vista
pure assestato sul salmastro
con le sue labbra rigide protese.
Da: Il debito, di Anna Belozorovitch, LietoColle, 2017