Thomas Bernhard

di Camilla Tagliabue

La poesia fu il “peccato di gioventù” di Thomas Bernhard. L’uscita di una raccolta postuma (un bigino romantico e caotico della più alta letteratura bernhardiana), in cui non mancano suggestioni pavesiane, echi di Pound ed Eliot, e dove il tema ricorrente è la morte (non a caso, sullo sfondo, la natura è sempre crudele e mortifera), diventa l’occasione per riflettere sull’opera del grande scrittore e drammaturgo austriaco.

«I versi del poeta innamorato non contano»: a dar retta a Ennio Flaiano, le liriche di Thomas Bernhard andrebbero archiviate o, peggio, cestinate. Non che Bernhard sia mai stato innamorato – figuriamoci! –, ma certo nei suoi versi si lascia andare a un insolito (per lui) sentimentalismo, a uno struggimento fin svenevole, a una stucchevole tristezza. Continua a leggere

Peter Russell: “Le mie poesie appartengono al mondo”

e7d810852d7469b68bcdb21b7f673cf5e676a7b7Nota di Fabio Izzo

Poeta, critico e traduttore di assoluto rilievo e di respiro internazionale. Il suo nome completo era Irwin Peter Russell. Giramondo, sempre in movimento da Bristol, a Londra, da Berlino a Venezia, passando per la Francia, la Germania e l’Iran, scelse infine di trasferirsi definitivamente in Italia dopo gli eventi della Rivoluzione Iraniana. Continua a leggere

Wallace Stevens, “Tutte le poesie”

wallace_Stevens
Per la prima volta l’opera poetica integrale di un grande maestro della poesia mondiale esce in tutte le librerie italiane: “Wallace Stevens, Tutte le poesie“, nella collezione Meridiani Mondadori (foto di Sylvia Salmi).

Il libro, curato e tradotto da Massimo Bacigalupo, raccoglie tutte le poesie che Stevens volle includere nel Collected Poems(1954), riprendendo pressoché integralmente le sue sei fondamentali raccolte: Armonium (1923), Idee dell’ordine (1936), L’uomo con la chitarra blu (1937), Parti del mondo (1943),Trasporto all’estate (1947), Le aurore d’autunno (1950), e aggiungendovi una sezione di splendidi testi degli ultimi anni, La roccia. Nella presente edizione sono incluse anche le poesie disperse contemporanee a La roccia e un’ampia scelta degli aforismi a cui il poeta affidava le sue intuizioni spesso paradossali, anche leggere e umoristiche, sempre incisive, che delineano la sua visione del ruolo fondamentale dell’arte nella vita e della vita nell’arte. Questa è la prima volta che l’opera poetica di Stevens viene integralmente tradotta in un’altra lingua, e che appare accompagnata da un commento dettagliato, che permetterà a tutti i lettori di scoprire e godere il tesoro inesauribile di questa scrittura.

Continua a leggere

I poeti leggono i poeti, “Come musica la poesia”

Appuntamento

Dal 23 aprile al 20 maggio il Teatro Argentina di Roma apre le sue porte alla grande poesia del Novecento, raccontata attraverso cinque incontri che compongono la rassegna COME MUSICA, LA POESIA, un progetto a cura di Franco Marcoaldi, che rinnova la tradizione e l’impegno del Teatro di Roma di far incontrare poesia e teatro, due mondi in dialogo profondo tra di loro. Un itinerario poetico lungo un mese per rintracciare sul palcoscenico i volti e le voci, e riscoprire le personalita’, che hanno attraversato la stagione poetica del secolo scorso, da Attilio Bertolucci a Sandro Penna, da Giorgio Caproni a Elsa Morante, ed ancora tanti altri come Zanzotto, Montale, Saba, Ungaretti, Eliot, Szymborska, Pasolini, Pound, Bishop, Walcott.

Continua a leggere

Tomaso Kemeney, “Poemetto gastronomico”

Si intitola “Poemetto gastronomico e altri nutrimenti” il nuovo libro del poeta Tomaso Kemeny, pubblicato da Jaca Book (pagine 160, euro 13). E’ un libro ‘strano’: da un lato pare una sorta di canzoniere-poema in cui tutta la realtà viene messa alla prova della poesia: le persone amate, i poeti maestri, le ritualità cosmiche. Dall’altro manifesta un fluire narrante, apparentemente stralunato, in cui il libro si rivela una sorta di convivio dove immagini, ricordi, visioni si incontrano secondo un moto ondoso, creando una specie di moderna satira. Continua a leggere

Addio al poeta Reed Whittemore

Lo scrittore americano Reed Whittemore, per due volte ‘poeta laureato’ degli Stati Uniti e autore di versi apparentemente leggeri ma capaci anche di far emergere in superficie le turbolenze sociali, è morto il 6 aprile 2012 a Kensington, nel Maryland, all’età di 92 anni.Dopo la laurea a Yale e il servizio in aviazione durante la seconda guerra mondiale, Whittemore intraprese la carriera accademica come docente di inglese al Carleton College nel Minnesota (1947-67), per passare poi all’University of Maryland (1968-84).

Whittemore è stato poeta di liriche spesso acute e lievi e nei suoi versi non ha mancato di criticare taluni aspetti vistosi e perfino grossolani delle strategie economiche e politiche americane.

Tra le sue dodici raccolte poetiche figurano “Heroes and Heroines” (1946), “The Self-Made Man” (1959) e “The Feel of Rock: Poems of Three Decades” (1982). E’ stato nominato due volte “Poeta laureato”: la prima nel 1964-65e la seconda nel 1984-85, diventando poi consulente per la poesia della Biblioteca del Congresso di Washington. Continua a leggere

Robert Frost, “Conoscenza della notte” & altre poesie

Robert Frost (1874-1963). Nato in California, dopo la morte del padre si trasferì a undici anni nel New England. Si accostò, fin dall’infanzia alla poesia di Burns, Wordsworth, Bryant e Poe, per poi specializzarsi nello studio delle lettere classiche. Si diplomò a Lawrence, in Massachusetts, (negli Stati Uniti), frequentò il Dartmouth College e Harward senza mai conseguire la laurea. Gli anni dopo il matrimonio con Elinor White furono travagliati da gravi problemi psicologici ed economici. Nel 1912 decise di dedicarsi completamente alla poesia e si trasferì in Inghilterra, dove pubblicò le prime raccolte molto apprezzate da Ezra Pound: “A Boy’s Will” (1913) e “North of Boston” (1914). Frost si distinguerà per la dialettica, spesso irrisolta, tra modernismo e trascendentismo che lo resero il poeta più popolare fra i contemporanei di lingua inglese. Continua a leggere

Andrea Molesini vince il Premio Campiello 2011

Andrea Molesini, vince con 102 voti il 49mo Premio Campiello (l’anno scorso la vera da pozzo era toccata alla sarda Michela Murgia).
Molesini, visibilmente emozionato, ha voluto dedicare il premio alla memoria dell’editrice Elvira Sellerio “perchè ha difeso la lingua dei padri dalla volgarità dei tempi”. Poi ha dedicato il premio ai librai “che fanno un lavoro difficilissimo”. Molesini è veneziano, per Mondadori ha scritto fiabe e romanzi alcuni dei quali tradotti in diverse lingue. Insegna Letterature comparate all’Università di Padova. Nel 1999 ha ricevuto il premio Andersen alla carriera. Ha scritto saggi e tradotto libri, ma “Non tutti i bastardi sono di Vienna”, edizioni Sellerio, è il suo primo romanzo. Il libro è stato pubblicato nel 2010. Continua a leggere

Tomaso Kemeny, poesia per i giovani

Continua l’impegno della Casa della Poesia di Milano, con un secondo ciclo di incontri dedicati a un pubblico giovane. Sarà Tomaso Kemeny, vicepresidente della Casa della Poesia a tenere le tre lezioni nel mese di Maggio.  Lunedì 2 maggio 2011 dalle 17.00 e fino alle 18.30, Poesia per i giovani – Kemeny 1/3, a cura di Tomaso Kemeny (Casa Merini, via magolfa 32, Milano).

Continua a leggere