Intorno al nostro sonno,
per giorni e giorni.
Camminando da svegli.
La metà che parla
Insetti, piccoli pesci.
Larve sul tavolo. Mobile,
sotto la stessa luce.
Sotto la stessa luce
io dormo, tu vegli.
Le gambe poco aperte.
Una frase si forma,
senza quello che
avviene.
Sonno,
imbuti di sabbia.
Vieni con me, sedia
metà quasi muta:
non sembri nemmeno
riconoscermi.
Fuori dall’acqua
siamo linee
inclinate.
Solo la pioggia
Il cappotto viaggia nell’ombra,
una mano abbandona un braccio
sinistro. Lentamente
in uno spazio disabitato.
Oltre i cristalli
i tronchi fumano
odorano di carne.
La pioggia racconta
una storia. La testa cade
sulla spalla-ali di sonno.
Automobili galleggiano,
non si sa dove.
Una scarpa affonda.
L’acqua scorre
nella pianura vuota.
La testa capovolta
Vetro-piombo,
la luce cade
fuori di me.
Nella retina una testa,
capovolta parla: perché io?
Le braccia strette
lo zaino, lo sguardo
su, verso le finestre
cieche.
Chissà che tu nel sonno
non veda il mio volto.
Lunghe code dividono
le quattro pareti del cervello.