Nello scaffale, Ivanoe Privitera
a cura di Luigia Sorrentino
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Sono sorpresa e stupita da queste nuove poesie che leggo di Ivanoe Privitera, “L’istante violento” opera vincitrice della VI edizione del Premio Giovane Holden, Collana Versi di segale. Sorpresa e stupita perché Ivanoe canta il pianto e la morte. E a me sorprende che i giovani imparino a morire… cosa vuol dire questo? Ivanoe Privitera si cala nella condizione umana, e piange “un pianto/ che sa di muta trasparenza/ e dell’assente si nutre/ e con la pioggia si confonde/ nella finta quiete del tramonto/fino ad affogare”.
Nessun verso consolatorio, quindi, ma grande consapevolezza. L’urto del presente si fa sentire e genera un vuoto incolmabile, rende nullo anche il tempo. Ma qualcosa si muove, nell’abbraccio del fratello, c’è di sicuro, il desiderio del ritorno.
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Opere Inedite, Ivanoe Privitera
Ho conosciuto Ivanoe Privitera nel 2001 a Rainews24 dove lavoro. Ivanoe in quell’anno seguì un breve stage a Rainews24 e aveva già pubblicato il suo primo romanzo“Il cuore di Purcell“. Fu proprio in quel cuore che ci incontrammo. Nel solco di un destino che imponeva al giovane Purcell – protagonista del suo romanzo – di sentirsi da adolescente, in uno stato di privazione e di mancanza… nel cuore cioè di chi si accinge a compiere i primi passi per accedere al mondo dell’amore e del dolore.
Ivanoe, dal 2009 titolare di una Marie Curie Fellowship biennale in Papirologia all’Università di Oxford, oggi mi scrive: “La poesia sveste la mia interiorità, è rifugio e consolzione mai vana, lungo un cammino che dal passato conduce al futuro. Nel comporre mi affascinano l’immediatezza del potere evocativo delle immagini, il ritmo del verso e le figure retoriche di suono. Spesso basta una singola immagine o un semplice accostamento di parole per intraprendere un’elaborazione formale all’insegna della ricerca fonetica e linguistica.”
di Ivanoe Privitera