E’ rimasta laggiù, calda, la vita, l’aria colore dei miei occhi, il tempo che bruciavano in fondo ad ogni vento mani vive, cercandomi… Rimasta è la carezza che non trovo più se non tra due sonni, l’infinita mia sapienza in frantumi. E tu parola che tramutavi il sangue in lacrime. Nemmeno porto un viso con me, già trapassato in altro viso come spera nel vino e consumato negli accesi silenzi… Torno sola… tra due sonni laggiù, vedo l’ulivo roseo sugli orci colmi d’acqua e luna del lungo inverno. Torno a te che geli nella mia lieve tunica di fuoco. * La neve era sospesa tra la notte e le strade come il destino tra la mano e il fiore. In un suono soave di campane diletto sei venuto… Come una verga è fiorita la vecchiezza di queste scale. O tenera tempesta notturna, volto umano! (Ora tutta la vita è nel mio sguardo, stella su te, sul mondo che il tuo passo richiude). * Devota come ramo curvato da molte nevi allegra come falò per colline d’oblio, su acutissime làmine in bianca maglia d’ortiche, ti insegnerò, mia anima, questo passo d’addio… da Quadernetto Continua a leggere
Cristina Campo (1923 – 1977)
1