Mariangela Gualtieri vince il Premio Metauro

Mariangela Gualtieri, autrice di “Bestia di Gioia” (Einaudi editore) ha vinto la diciottesima edizione del Premio Letterario Metauro.

Nata a Cesena nel 1951, nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca. Fra le sue precedenti raccolte di versi “Antenata” (Crocetti 1992), “Fuoco centrale e altre poesie per il teatro” (Einaudi 2003), “Senza polvere senza peso” (Einaudi 2006), “Paesaggio con fratello rotto” (Sossella 2007).

“Bestia di Gioia”, una raccolta poetica fortemente strutturata, con sezioni che alternano temi e toni diversi, in particolare il canto gioioso quasi francescano della natura e la riflessione sulle cose umane ha conquistato la giuria popolare del premio, che si è riunita ieri pomeriggio.

Premiati anche gli altri finalisti: Renata Morresi con “Cuore comune”  (PeQuod Edizioni), Tomaso Pieragnolo con “Nuovomondo” (Passigli Poesia), Maria Pia Quintavalla con “China. Breve storia di Gina tra città e pianura” (Edizioni Effigie), Gian Mario Villalta con “Vanità della mente” (Mondadori).

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A Milano, Poesia per i giovani

Appuntamenti

Lunedì 23 maggio ore 17 :00 – 18:30 – Casa Merini Poesia per i giovani – a cura di Giancarlo Majorino
Casa Merini, via magolfa 32 – Milano

Giancarlo Majorino ritorna alla Casa Merini per un altro incontro rivolto a un pubblico di giovani amanti della poesia

Ingresso libero, previa prenotazione

segreteria@lacasadellapoesia.com

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China, Breve storia di Gina tra città e pianura

Giovedi 12 maggio 2011, a Roma alle 18:00 alla biblioteca Vallicelliana (Piazza della Chiesa Nuova, 18) presentazione del Romanzo in versi China  Breve storia di Gina, tra città e pianura di Maria Pia Quintavalla Edizioni Effigie. Ne parlano con l’autrice Elio Pecora e Gabriella Palli Baroni. A cura della Biblioteca Vallicelliana e del Ministero delle attività Culturali. Continua a leggere

Opere Inedite, Maria Pia Quintavalla

Il rapporto che Maria Pia Quintavalla ha con la scrittura è di “passione necessaria, nervosa, dai visceri alla testa, ma di fondamenta, ormai, del mio pensare e del mio vivere. Quindi di funzionamento del mio essere.”

Poi Maria Pia tenta un’analogia e scrive: “il rapporto che ho con la poesia è quello che si intrattiene con una buona madre, un doppio di sé per vivere, un pedale, uno strumento, un arto non fantasma; una fiera sorgente (Lettere giovani), da cui apprendere, oppure, una fiaccola concreta, (Le moradas), luce che rende capace di dare forma.”

Per Maria Pia “il dettato interiore crea, da sé, mute forme desideranti, e crea con il fare della e con la lingua non usuali forme, come le musicali, chiavi di violino ad es. per una esatta dizione del mondo ( Le moradas), utopia della mia visione del mondo, e al mondo; modalità affettiva e linguistica pregnante, contrapposto a certo pensiero debole, e tale da diventare un alfabeto vivente, in azione, e perenne. Come la vita, in metamorfosi.”

“Per me la poesia è parte dell’umano destino, sua sintesi significante. Dopo che musa o Beatrice, senso del viaggio. Strada e cammino, anche: voce e voci, loro strumentazioni, verità-passione e sue tecniche, ovvero orchestrazione di verità possibili, sue approssimazioni almeno: ‘verità e passaggio’, anch’io..”

di Maria Pia Quintavalla

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