Monica Martinelli ci detta “a cuore aperto” le modalità del suo “fare poesia”: “un rapporto fatto di pieni e di vuoti, in quanto ‘scatta’ per riempire un vuoto, una mancanza; così la poesia si sostituisce a me, mi subentra o agisce, a mia insaputa.” Come Monica dice, la sua poesia nasce da una mancanza, da qualcosa che, anche se non c’è, vuole disperatamente esserci. Ed è a questo punto che, a seconda dei casi, la sua poesia assume la forma di ciò che deve essere ‘riempito’ – la poesia svuota ed è svuotata – o di ciò che deve essere ‘svuotato’ – la poesia riempie ed è riempita. Ecco che Monica ci dice: “C’è quando io non ci sono, oppure quando mi sottraggo.” Per Monica la poesia diventa, in qualche modo, un rapporto insiemistico, che aggiunge e, insieme, toglie. Poi Monica dice: “la poesia è soprattutto una trasmissione e uno scambio di emozioni con chi legge. Ed è un risultato concreto, perché è qualcosa che resta, per chi viene dopo.” Continua a leggere
Opere Inedite, Monica Martinelli
25