Selva creatura leggera si muove catarticamente attraverso accavallate realtà, che tutte convergono nel vissuto come in un caleidoscopio che a volte avvicina e a volte allontana, colorando con forza o dolcemente sfumando il molteplice paesaggio che ne forma la cosmogonia. La dualità che appare subito evidente è il raffronto complesso tra il luogo reale della Selva vergine del Costa Rica (dove l’autrice ha abitato a lungo) e la selva dei ricordi originali e degli inediti simboli sorti da questa singolare e travagliata esperienza.
In queste selve perennemente osmotiche, celate e svelate da un’ancestrale alternanza di apparizioni e perdite, il tempo e la natura risuonano con tutta la loro universale potenza, nell’insanabile contrasto con una modernità che sembra condannare all’estinzione la loro inviolata bellezza. Continua a leggere