In questi mesi di pandemia io ho apparentemente fatto la stessa vita degli ultimi dieci anni, cioè dal mio rientro dalla Siria.
Niente di diverso. Chiusa tra casa, studio e giardino, ho vissuto tempi di completo isolamento, lavorando per molte ore, punto su punto, riga su riga, tra musica e poesia.
Ho alternato in questi anni lunghi periodi di isolamento e lavoro a viaggi anche frequenti, brevi o lunghi che fossero, sempre con accurate e precise preparazioni. Questo insieme mi ha consentito un giusto equilibrio di vita, di rapporti, partecipazioni, incontri con “l’altro da me”.
Il viaggio non è per me solo spostamento, non è lasciare un luogo per arrivare ad un altro.
Disegno di Giulia Napoleone
Per me viaggiare è una condizione, una necessità vitale che mi permette il raggiungimento di quell’equilibrio di cui sono alla costante ricerca.
Equilibrio tra geometria e natura, ordine e caos, realtà e sogno, concentrazione assoluta e mondo esterno.
Essere privata dalla possibilità di viaggiare, di questa risorsa essenziale mi ha quindi creato in questi mesi un grande disagio.
Ho continuato a lavorare, spesso al limite delle mie energie, ma quello che è profondamente cambiato è lo spirito con cui ho affrontato le mie giornate di lavoro. Giorni trascorsi con profonda tristezza per le notizie, le immagini, le incertezze, la perdita di tanti amici.
La poetessa siriana Fadwa Souleimane, rifugiata in Francia nel 2012 che ascolteremo e conosceremo in questo video, non è più fra noi. Fadwa è scomparsa nell’agosto 2017 all’età di 47 anni a causa di un cancro.
Fadwa in Siria è ricordata come un’icona della rivoluzione contro il regime di Bashar-Al Assad. Perché ci sono ancora paesi, come la Siria, in cui vivere una vita semplice e libera fra la propria gente non è assolutamente possibile.
Estratto da “luna piena”
in me il potere della farfalla
e la debolezza di un toro
in me la fragilità delle montagne
e la solidità del ragno infrangono
il frastuono delle zampe delle formiche
e il silenzio del mare
in me la vita morente nel bozzolo
e nella morte vivo nei passanti
in me il verde delle foglie autunnali
e l’ingiallimento dell’erba a marzo
in me luglio
non tornerà a luglio
in me il momento in
cui il cuore prende il suo riposo eterno
affinché tutto finisca
per quello in me viene
ciò che non è ancora
Faraj Bayrakdar, poesta siriano dissidente, pubblica “Specchi dell’assenza”.
«La scrittura in carcere è stata un atto di resistenza» dichiara Faraj Bayrakdar, il poeta siriano che è stato arrestato più volte dal regime di Hafez Assad subendo il completo isolamento dal 1987 al 1993, senza carta né inchiostro per scrivere. In questa raccolta immagina specchi che «potevano / essere acqua pura / puro silenzio / o almeno puro pianto» ma le circostanze li hanno trasformati in «pietra / e il tintinnio del tempo e del luogo / aveva una macchia che somiglia a sangue».
Eppure, anche nell’assenza dal mondo e nella crudezza della detenzione, il poeta pensa che «un uccello / basta / perché non cada il cielo». Con la stessa fede incrollabile nell’uomo e nella parola, Bayrakdar, rilasciato nel 2000 e residente in Svezia dal 2005, continua a scrivere e a lottare contro il regime degli Assad, per una Siria libera e democratica. Continua a leggere→
Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata del Rifugiato, istituita nell’anno 2000 per ricordare la condizione di milioni di persone in tutti i continenti costrette a fuggire dai loro paesi.
Alla fine dell’anno 2014, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite ha registrato un numero di migranti totali che non ha precedenti: 60 mila le persone costrette ad abbandonare la propria casa a causa di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, guerre. Una cifra che, sottolinea l’Alto Commissariato, è in preoccupante aumento e che, già ora, nella sua totalità, sfiora il numero di abitanti di un paese come l’Italia. In tutto il mondo una persona su 122 è un rifugiato, uno sfollato o un richiedente asilo. Continua a leggere→
Golan Haji, poeta, traduttore in inglese, medico patologo. La sua lingua madre è il curdo, ma compone le sue poesie in arabo, e talvolta le traduce in inglese. Ha abbandonato Damasco nel 2011. Nella sua poesia si trova l’epica, l’eco dell’antica versificazione araba, la mistica, il mito, insieme alla poesia contemporanea di tutti i paesi, di cui si nutre. Tutte queste componenti riescono a mantenere il carattere corale in una visione individuale in cui tuttavia è bandita la prevalenza dell’ego e dell’individualismo da contemplazione ombelicale. Continua a leggere→
Appuntamento
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Da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembre 2013, a Roma, negli spazi di Porta Futuro (Testaccio, Via Galvani 108), si terrà la quinta edizione del Salone dell’Editoria Sociale, iniziativa ideata da Goffredo Fofi e Giulio Marcon e promossa dalle associazioni Lunaria e Gli Asini, da Edizioni dell’Asino, dalla rivista Lo Straniero, Redattore sociale e Comunità di Capodarco.
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Il Salone quest’anno è dedicato a “La grande mutazione“.
Più di 40 incontri, tra tavole rotonde, dibattiti, presentazioni di libri, video e concerti, promossi da altrettante case editrici e organizzazioni del terzo settore, ospitati negli spazi di Porta Futuro, a Roma, da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembre. Non un festival per perdersi nelle offerte di consumo culturale, ma uno strumento per orientarsi nelle trasformazioni che hanno investito il rapporto tra politica ed economia, cultura e società, etica e democrazia, dentro una cornice internazionale. Continua a leggere→
Poesie contro la guerra a cura di Luigia Sorrentino
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Roma, 5 settembre 2013. L’iniziativa di Poesie contro la guerra è nata dal popolo di Facebook, sulla pagina “Poesia, di Luigia Sorrentino”.
Vi hanno aderito: Anna Alessandrino, Enza Armiento, Alessandro Basile, Anna Belozorovitch, Ilaria Boffa, Violetta Calanca, Cosima Cardona, Alessandro Canzian, Alfonso Cataldi, Ada Crippa, Giovanni D’amiano, Luisa Delle Vedove, Massimo De Santis, Rosaria Di Donato, Maria Cristina Fraddosio, Federica Galetto, Gianluca Lattuada, Tiziana Marini, Emanuela Masseria, Marina Metelli, Nino Morena, Manuela Mori, Giuseppe Nalli, Giuseppe Nibali, Maria Grazia Palazzo, Gianni Pallaro, Costantino Posa, Loredana Savelli, Meth Sembiase, Maurizio Soldini, Simone Zafferani e molti altri. Le poesie saranno postate anche nei prossimi giorni. Continuate a inviarle.
Appuntamento — Asiatica, Incontri con il cinema asiatico, il Festival diretto da Italo Spinelli, giunge alla tredicesima edizione e si svolgerà dal 5 al 13 ottobre 2012 negli spazi de La Pelanda di Roma nel quartiere Testaccio. Come ogni anno, Asiatica, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, rinnova l’impegno a promuovere la diffusione del cinema asiatico e a fornire spazi e momenti di scambio tra l’Asia e l’Europa.
Saranno sessanta i titoli presentati quest’anno – quasi tutti in anteprima italiana o mondiale, tra cortometraggi, lungometraggi a soggetto e documentari, provenienti da: Algeria, Bangladesh, Canada, Cina, Filippine, Francia, Germania, Giappone, Egitto, India, Indonesia, Iran, Iraq, Israele, Kazakhstan, Libano, Malesia, Marocco, Nepal, Norvegia, Siria, Taiwan, Tunisia, Turchia , Yemen. Continua a leggere→
Quando ho letto dell’iniziativa “La vostra voce” mi sono detta: ecco la possibilità di poter dire il vero. Perché il problema è che sui giornali, nelle televisioni e sui media in genere si parla delle questioni “governative” o per dirla con parole popolari “di cose alte” mentre di quanto succede nelle case degli italiani, del popolo, non se ne sa niente, o meglio non se ne parla per niente. E mi chiedo se non sia stata messa in atto una operazione letteraria che ci ha riportato Continua a leggere→
Adonis, Fabriano, Poiesis 2009 Foto di Luigia Sorrentino
di Luigia Sorrentino
Vi ripropongo la mia intervista ad Adonis, pseudonimo di Ali’ Ahmad Said Esber, nato a Kassabin, in Siria, nel 1930, che per scelta, considera la sua vera patria il Libano. Attualmente Adonis vive a Parigi. E’ uno dei maggiori poeti nel mondo. La bellezza dei suoi versi è tutta nella meraviglia delle immagini, nell’intreccio di metafore, nelle “metamorfosi”, autentiche “migrazioni” nella storia del mondo arabo e islamico. L’intervista è stata realizzata in Italia in occasione dell’uscita del poema Storia lacerata nel corpo di una donna– nell’eccellente traduzione di Fawzi Al Delmi – pubblicato da Guanda. Temi centrali dell’intervista: la donna, l’uguaglianza,lalibertà di stampa.
Intervista a Adonis di Luigia Sorrentino
Traduzione di Fawzi Al Delmi Fabriano, maggio 2009
Adonis, qual è il tema di questo nuovo poema?
E’ un poema che parla di Agar che era la concubina di Abramo il padre di tutti i profeti. Questa donna fu cacciata via nel deserto con il proprio figlio. Il poema parla della condizione di questa donna che poi rispecchia la condizione della donna attuale.
Perché ha posto la donna al centro della sua prospettiva poetica?
Ci sono diverse idee che percorrono questo poema, ma cercherò di sintetizzarle in due. La prima idea riguarda le religioni, soprattutto le religioni monoteiste. E’ un tema che va trattato, che va risolto perché diversamente non si possono risolvere i problemi attuali. La seconda idea riguarda la liberazione della donna. La donna non viene dalla costola di Adamo, ma deve essere considerata pari a lui. Alla base del pensiero dominante nella religione la femminilità costituisce un problema, e questa idea deve essere cambiata. Per questo motivo faccio di Agar il primo modello di donna ribelle. Ed è impossibile che questa rivoluzione possa essere attuata nel suo percorso se non si riconsidera e se non vengono rivisitate le religioni monoteiste.
Il tema della donna è infatti presente in molti aspetti della sua scrittura… E’ presente in tutti gli aspetti della mia scrittura. Io guardo all’uomo e alla donna non in quanto esseri appartenenti a una religione, ma a una società civile. La religione, invece, deve essere assolutamente individuale, perché quando diventa estensione sociale si rovina tutto.
Adonis, quali sono gli ostacoli che vanificano il dialogo tra l’Islam e l’Occidente? Perché possa esserci un dialogo noi dobbiamo riconoscere l’altro in modo che quando parla possiamo anche ascoltarlo. Le religioni monoteiste non riconoscono l’altro, lo rifiutano. Si dice che vi è un solo dio. In realtà ve ne sono tre: il dio nella Torah ha una sua peculiarità. E il dio nel Cristianesimo è all’opposto di quello che è il dio nella Torah. E il dio islamico è ancora opposto agli altri due. Quindi, se andiamo in profondità, nessuno riconosce l’altro.
Crede che stiamo andando nella direzione giusta? Verso un mondo riconciliato e tollerante? Non credo. Le cose stanno andando sempre peggio e io personalmente rifiuto la tolleranza. La tolleranza è un altro razzismo mascherato. Sono per l’eguaglianza. L’uomo è per l’eguaglianza e non per la tolleranza.
Adonis, il problema della libertà di stampa è al centro del dibattito internazionale. Perché gli scrittori vengono messi in difficoltà? Perché non possono esprimere liberamente le proprie idee? Ha ragione, è un problema di carattere internazionale. E’ un problema che non riguarda soltanto il mondo islamico, ma anche l’occidente. L’unica differenza è il grado di limitazione di questa libertà. La libertà di stampa è molto limitata nel mondo islamico e noi scrittori combattiamo per avere maggiore libertà. Ma questo problema riguarda anche l’Occidente. Quindi anche in Occidente la libertà di stampa è molto limitata. Vi sono delle situazioni in cui è vietato parlare. In occidente si commette un errore se si parla solo della limitazione della libertà di stampa nei paesi musulmani, perché nel mondo occidentale si ha lo stesso problema. Per esempio, perché si parla di fondamentalismo islamico e non di fondamentalismo ebraico, o cristiano? Continua a leggere→