Domani è domani,
lo saprebbe tua madre,
lo sa ancora tuo padre.
Non si può nominare,
sfoltisce i calendari
di giorni in anni, tarda
a non essere più.
Qui si possono accendere
le candeline,
però tu non le spegni;
dappertutto è un incendio
tu sei tutta una cenere.
È un verso settenario
il ventinove maggio.
***
A volte sei solo una testa bionda,
un trench,
un cappotto di cammello,
spazzolato come non avessi
accarezzato i gatti;
a volte attraversi
e sei un baleno,
un’incrinatura dello spazio;
e spicchi nel grigio,
con i capelli,
fra i mortali.
E mentre trasalisco
e mi sporgo,
come un inciampo,
verso di te,
per chiamarti – e
devo fare presto,
prima tu sparisca,
dietro gli angoli,
come un vapore –,
mi ricordo
quel giorno
che ho bevuto Veuve Clicquot,
e l’ho sparso poi
sulla tua terra
ancora mossa e tenera.
Allora abbasso gli occhi
e la mano. Continua a leggere