Dalla prefazione di Maurizio Cucchi
Daniele Pieroni realizza in questo suo nuovo libro, così internamente articolato, e pure così coerente, un momento decisivo, e direi il più nettamente alto e persuasivo della sua ricerca poetica. Lo si avverte, persino ad apertura di pagina, nella sobria ed energica densità della parola, nella solida compiutezza della forma, nella quale l’autore compie una meditazione lirica che potremmo definire sospesa tra un vivo senso di dolore e impotenza e un’adesione naturale, generosa, sempre attiva alla luce intermittente, eppure irresistibile dell’esserci, dell’esistere.
Ecco allora che la sua voce riesce a muoversi, nel decoro della sua pronuncia, tra le difficoltà concrete di una realtà personale in cui “il corpo vacilla”, in cui la concretezza delle cose tende a imporsi con il suo peso negativo e il coinvolgimento amoroso, il respiro aperto di un orizzonte in cui il poeta riesce a cogliere una serie di presenze varie, e in prevalenza vitali. Continua a leggere