Marco Aragno, “Terra di mezzo”

terra_di_mezzoDalla Postfazione di
Gian Mario Villalta

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Senza forzature, con ritmo sicuro e voce ferma, Marco Aragno ci conduce attraverso paesaggi realissimi, ben riconoscibili nella quotidianità del vivere, e però intaccati da una piaga, un’ulcerazione, una lesione a volte appena percettibile, a volte diffusa e lieve, altre volte menomante, che quella realtà nutre con il suo corpo.
È la Terra di mezzo, dove ciò che sappiamo essere reale e quanto il simbolico accampa come suo dominio ridiventano incerti, dicendo l’uno la verità dell’altra. È la terra della poesia, dove pulsa il cuore segreto del tempo. Continua a leggere

Luciano Benini Sforza

 

nel_fondoDalla Prefazione di Gianfranco Lauretano

«Una tonalità dolorosa attraversa questa raccolta di Luciano Benini Sforza, la quinta dopo Spazi e colloqui (1991), “Le stanze di Penelope” (1995), Viaggio senza scompartimento (1998) e “Padri a nord-ovest” (2004). Una vena che viene dalla percezione di vivere in un luogo-non-luogo, quello del mondo di oggi, in una nota costante di questo poeta, già presentita ad esempio nel titolo stesso di una precedente raccolta, “Viaggio senza scompartimento”. Viviamo in una tolkeniana “Terra di mezzo” e anche qui, come nel grande narratore inglese, la definizione si attaglia pienamente alla condizione umana. La struttura stessa di questo libro che non è strutturato, ricalca la definizione: niente sezioni, niente divisione o capitoli, solo un campo aperto, spazioso, tendenzialmente illimitato, in cui i confini sono stati cancellati o ignorati fin dall’inizio e appositamente.  Tutto concorre alla percezione di un’apertura; ma, mentre di solito siamo abituati a considerare l’apertura come una condizione positiva, un presupposto di libertà di pensiero, non è detto che in questo caso sia così.»

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