Finestre, quasi tutto
Arioso
La felicità cammina per strada
con una bici scrostata e un vestito
azzurro. Si solleva passando
davanti al bar, ai signori in velocità
nella frenata alla svolta della piazza.
Lei se ne va correndo col sobbalzo
degli sguardi che si alzano. Va con l’aria
tra le coste. Il manubrio senza sosta
da solo in tondo nel paese. Si ciba dei muri
bianchi, della luce nei soffitti a cielo aperto
con gli odori, che diffondono di pranzo.
Signore mio, Signore, ogni respiro ancora
mi è solo tutta vita in avanzo.
***
I paesi bianchi appesi alla collina diradano.
La sera sul balcone prima della furia,
della tromba d’aria, l’eccitazione
di mia madre a proteggere i fiori
nelle luci intermittenti dei fulmini.
Lei lì ad agitare, ad aspettare
tutta in fremito la vita.
***
Il temporale quando arriva piano
si annuncia da lontano nei paesi a fianco
con la tromba nera del cappello.
L’aria si fa d’acqua, d’aglio selvatico.
A sprazzi i lampi dai vetri sfilano
in una lenta marcia funebre. Continua a leggere