Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino
—
Alessandro Vetuli: “Fare poesia per me significa usare le mani come se fossero pale che scavano fino ad arrivano a toccare la scorza umana, fino a ritrovare, nel buio, il nocciolo polveroso della gioia che s’è spaccato e ‘fa il rumore del pane quando viene spezzato’, rivelando tutta la radiosa semplicità del mistero della poesia”.
Alessandro mi scrive: “Sono rimasto molto colpito da dei versi di Eugenio De Signoribus che a mio parere riassumono perfettamente il rapporto tra poeta e parola poetica: ‘Sola la parola accetta in visita / e l’acqua e il pane della scrittura / ma essa è già lì , incasata / nella dote pura del pozzo // è pronta a calare laggiù / fin nella zona più oscura // e risalendo lavata / accordare la mano al custode.’ ” Continua a leggere