L’aurora appena
E’ uscita dai forni.
Nasce allora dal sonno
Al primo vento
Il lamento delle spighe.
Non più vigile la grazia
Ti cade dalla mano
Falce d’oro. Al suolo
Il seno ti accalora.
La testa in luce prende altura.
Grave ora è la terra
Al sole, forte il sesso.
*
Muore il ragazzo un poco
Ogni giorno per giuoco.
Per giuoco morde invano
Il cavo della mano.
Trascorre le vacanze ebbro
Tra i maceri cespi di papaveri
Steso sul letto per noia
E diletto a guardare le travi.
Ma lo stornano ombre
Solitarie nel cielo della stanza,
Labili ombre passeggere
Sul soffitto. È l’ariete
Che batte ostinato le corna
A capofitto nella quiete. Continua a leggere