L’ultimo saluto a Gabriele Galloni

 

Gabriele Galloni

A più di tre mesi dalla scomparsa del giovane poeta Gabriele Galloni, sabato 19 dicembre 2020 alle 14.30 l’urna, contenente le sue ceneri, verrà deposta al cimitero di Santa Ninfa, a Fiumicino, sul litorale tirrenico, il “cimitero dell’acqua e del vento”, accanto al Parco di Villa Guglielmi.

Fiumicino e Focene erano “i luoghi poetici” di Gabriele che ricorrono con evidenza nell’ultima raccolta di versi pubblicata in vita da Gabriele, L’estate del mondo. E proprio Gabriele aveva più volte espresso il desiderio – se mai ne avesse avuto la possibilità – di comprare una casa  a Fiumicino o a Focene.

Su Facebook il giorno 26 agosto 2020, Gabriele aveva scritto un post: “Comunque alla mia morte, voglio come epitaffio i seguenti versi:

“Noi fummo l’immagine dell’uomo,
non la creatura breve ma la traccia.”

I genitori, Irma Bacci e Mario Galloni, hanno rispettato la volontà di Gabriele e hanno inciso sulla lapide i suoi versi, una sorta di testamento della sua poesia.

Gabriele si è spento nel sonno per arresto cardiaco a soli 25 anni la mattina del 6 settembre 2020. Quella notte aveva dormito a casa del padre. E proprio il padre ha raccontato che la mattina del 6 settembre Gabriele si era svegliato verso le 7:00, si era alzato dal letto e avevano avuto una breve conversazione. Poco prima che il padre uscisse per fare la spesa, Gabriele aveva detto che si sarebbe messo a letto per dormire ancora un po’, aveva preso con sé un libro  poi, rivolto al padre aveva detto che avrebbero fatto colazione insieme al suo rientro.

Non è stato possibile … Gabriele non si è mai più svegliato.

(di Luigia Sorrentino)

 

da L’estate del mondo di Gabriele Galloni, Marco Saya Editore, 2019

Abbiamo superato Fiumicino
e tu hai fatto, ricordo, una battuta
su tutto ciò che era passato in questa
vita senza per noi lasciare traccia.

E poi hai indicato il fumo che saliva
dal mare. Tutte le strade erano bloccate
e noi già pensavamo ad altro; a quello
che tutti quanti pensano d’estate.

Campo

Un giorno la vedremo intera, questa
stagione. Basterà
un fuoco in spiaggia a memoria di festa
e il bagnasciuga a dire l’aldilà
delle conchiglie mai raccolte:

Controcampo

così tante – ricordi? – Che per tutta
la notte ci hanno tormentato. In sogno
maree su maree di conchiglie.
Il letto ne fu invaso; le lenzuola
ci ferirono per tutto il tragitto fino alla spiaggia.

**

Noi dormiamo raccolti nell’estate.

Ha smesso già di svegliarci il rumore
del mondo. I nostri piedi sono nudi,
scoperti, ché il lenzuolo è troppo corto.

Il nostro sonno è come una corrente
di risacca; per ore non riusciamo
a svegliarci. Trascorre la mattina

in una luce, una luce che è febbre
da fondale marino; sia destino
guardare tutta la vita da qui.

Sia destino arrivare al pomeriggio
sul filo che divide e l’acqua e l’aria;
e insieme farli in due passi questi anni.

**

I ragazzi alla spiaggia di Focene,
insieme incontro all’onda sonnolenta
che ritornando bagna loro il fianco
adolescente. È questa vita, lenta,

la sua illusione qui della durata
eterna. Quando ciò che resta è il bianco
della parete a fine di giornata;
il mese placido, tempo che viene,

i ragazzi alla spiaggia di Focene.

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